“La giustizia come equità. Il pensiero politico di Jonh Rawls”, è stato il tema svolto dal prof. Alberto Scerbo, dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, al 9° seminario della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” - III Edizione di Catanzaro, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo catanzarese.
Un tema importante e formativo, come ha evidenziato Sandro Scoppa, nell’introdurre il seminario, soprattutto perché consente di confrontarsi con una teoria la quale, pur divergendo dal sistema di principi espressi dal liberalismo classico, ha tuttavia influenzato la filosofia politica del ‘900. Essa in particolare si ricollega al pensiero del filosofo americano Jonh Rawls e rappresenta un tentativo di mettere insieme i due grandi termini del vocabolario politico della tradizione democratica o liberale - democratica, vale a dire libertà e uguaglianza, e di pervenire all'equilibrio migliore fra quanto richiesto dalla libertà e quanto richiesto dall’ eguaglianza.
Ha quindi preso la parola il prof. Alberto Scerbo il quale ha sviluppato la sua approfondita relazione sottolineando, innanzi tutto, che la giustizia come equità è una concezione politica e non metafisica, la quale, in una democrazia costituzionale moderna, si applica alle “strutture di base”, intendendo per queste ultime le principali istituzioni politiche, sociali ed economiche di tale società, e il modo in cui si adattano l’una all’altra all’interno di un sistema unificato di cooperazione sociale. Essa è autonoma rispetto ad ogni dottrina religiosa, filosofica o morale (poiché in caso contrario perderebbe la sua universalità), anche se cerca, in esse, un consenso supplementare
La più articolata e compiuta elaborazione di siffatta concezione - ha poi aggiunto il relatore - si deve a Jonh Rawls, il filosofo di Baltimora che ha insegnato ad Harward, il quale vi ha inserito un concetto essenziale, e cioè che nessun cittadino, o associazione che lo raggruppi, ha il diritto di usare il potere statale per decidere gli elementi costituzionali essenziali secondo i dettami della sua dottrina comprensiva.
La giustizia come equità - ha concluso il prof. Scerbo - rappresenta il nucleo del principio di neutralità liberale, che si traduce in un accordo sui principi di giustizia che devono regolare la nostra società.
Il primo principio riguarda le istituzioni politiche, ed è un principio di massimizzazione della libertà, che riconosce a ciascuno il massimo sistema delle libertà compatibile con il massimo sistema delle libertà di ciascun altro.
Il secondo, che è destinato a modellare il mondo delle ineguaglianze nell'ambito delle risorse e dell'accesso alle risorse.
Possiamo chiamarlo il mondo delle differenze, che possono rendere maggiore o minore il valore dell'eguale libertà per ogni individuo.
Al seminario hanno partecipato i numerosi iscritti alla Scuola di Liberalismo i quali, alla fine della relazione, attraverso puntuali interventi e domande al relatore, hanno arricchito il dibattito e approfondito il tema trattato.
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