“L’ecologia di mercato” è stato l’argomento che l’economista e scrittore, Michele Governatori, ha trattato al 6° seminario della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” 2017, presso l’ateneo Magna Graecia di Catanzaro.
Nell’introdurre il seminario, Sandro Scoppa, presidente della Fondazione organizzatrice, ha rilevato come negli ultimi cinquant’anni si siano sviluppati orientamenti ecologisti molto forti in ogni ambito, che hanno pure fatto diventare la lotta all’inquinamento e la tutela dell’ambiente importanti priorità della politica interna di molti Paesi e due questioni centrali del dibattito internazionale.
Il risultato è stato però la creazione di una sorta “ecologia di Stato” e un diffuso interventismo nel campo ambientale, il quale ha moltiplicato la burocrazia e prodotto misure restrittive, pianificazioni minuzione e ulteriore tassazione.
Per l’avvocato Scoppa, è ormai necessario invertire la rotta, per risolvere i problemi dell’ambiente, le cui logiche, contrariamente a quanto viene propagandato, non sono contrapposte ma quasi sovrapponibili a quelle del mercato.
È quindi intervenuto Michele Governatori, il quale ha innanzi tutto evidenziato come l’ecologismo tenda a essere associato ad atteggiamenti pauperistici o di rifiuto del progresso. Proprio questo però toglie forza e utilità a buona parte dell’ambientalismo.
In realtà si può diventare ambientalisti - ha continuato il relatore – semplicemente facendo bene i conti. Ammettendo che spesso esistono costi (quelli che gli economisti chiamano “costi esterni”) che non vengono sostenuti dai soggetti che prendono determinate scelte di produzione o consumo ma che si realizzano nei confronti di altri soggetti che subiscono la decisione.
In questo senso, se ci riferiamo a costi di natura ambientale, essere ambientalisti significa solo fare in modo che anche i costi esterni vengano “internalizzati” e che le scelte di consumo o depauperamento di risorse ambientali non ne comportino una distruzione ingiustificata dal benessere che complessivamente la società ne ricava.
Insomma per essere ecologisti non serve essere pauperisti - ha poi concluso Governatori - basta solo avere a cuore un’analisi più olistica dei costi e dei benefici, anche per le prossime generazioni, delle nostre scelte di agenti economici.
Il seminario, seguito da un attento pubblico, si è concluso con un proficuo e interessante dibattito, alimentato dalle considerazioni e dalle domande dei partecipanti, e con le repliche del relatore, che ha così potuto sviluppare ulteriormente il tema trattato.
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