Al 3° seminario della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” 2017, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo Magna Graecia di Catanzaro, il prof. Stefano Moroni, ordinario del Politecnico di Milano, ha trattato il tema: “Il liberalismo e la politica urbanistica”.
In apertura dell’incontro, Sandro Scoppa, presidente della fondazione organizzatrice, dopo aver tratteggiato gli aspetti essenziali dell’argomento, ha evidenziato che per l’urbanistica, nel Novecento, si è fatta strada l’opinione secondo cui il territorio debba essere pianificato dal potere politico secondo un disegno razionale e non lasciato alle decisioni individuali. Si tratta, in realtà, di una falsa credenza, com’è dimostrato sia dal fatto che per millenni, e attraverso la cooperazione sociale volontaria, l’uomo ha creato il proprio ambiente di vita e ha realizzato borghi, città e opere meravigliose, sia fallimento ormai riconosciuto della pianificazione “impositiva” dell'urbanistica.
È quindi intervenuto il prof. Stefano Moroni, il quale ha anzitutto chiarito che in campo edilizio e urbanistico dobbiamo ritornare a regolare la trasformazione e la convivenza attraverso norme più astratte e generali, che vertano soprattutto sulle esternalità negative che le varie attività non devono arrecare ad altri, ossia dicano cosa non fare. Questo, da un lato, renderà più credibili ed efficaci le norme pubbliche; dall’altro, creerà anche nuovi spazi per una maggiore creatività della società, non solo in termini progettuali, ma anche organizzativi. In questa prospettiva è stato delineato il possibile ruolo che “comunità contrattuali private” potrebbero avere in una città più aperta.
In conclusione - ha evidenziato il relatore – non si tratta di eliminare il diritto, ma di intenderlo come cornice di garanzia di lungo periodo entro cui gli individui, singoli o in gruppo, possano liberamente esplorare forme diverse di vita urbana.
Alla fine della relazione, si è svolto un proficuo dibattito, alimentato dagli interventi dei partecipanti al seminario, i quali hanno proposto domande e appropriate considerazioni e consentito al relatore di approfondire ulteriormente l’argomento trattato.
Al 3° seminario della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” 2017, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo Magna Graecia di Catanzaro, il prof. Stefano Moroni, ordinario del Politecnico di Milano, ha trattato il tema: “Il liberalismo e la politica urbanistica”.
In apertura dell’incontro, Sandro Scoppa, presidente della fondazione organizzatrice, dopo aver tratteggiato gli aspetti essenziali dell’argomento, ha evidenziato che per l’urbanistica, nel Novecento, si è fatta strada l’opinione secondo cui il territorio debba essere pianificato dal potere politico secondo un disegno razionale e non lasciato alle decisioni individuali. Si tratta, in realtà, di una falsa credenza, com’è dimostrato sia dal fatto che per millenni, e attraverso la cooperazione sociale volontaria, l’uomo ha creato il proprio ambiente di vita e ha realizzato borghi, città e opere meravigliose, sia fallimento ormai riconosciuto della pianificazione “impositiva” dell'urbanistica.
È quindi intervenuto il prof. Stefano Moroni, il quale ha anzitutto chiarito che in campo edilizio e urbanistico dobbiamo ritornare a regolare la trasformazione e la convivenza attraverso norme più astratte e generali, che vertano soprattutto sulle esternalità negative che le varie attività non devono arrecare ad altri, ossia dicano cosa non fare. Questo, da un lato, renderà più credibili ed efficaci le norme pubbliche; dall’altro, creerà anche nuovi spazi per una maggiore creatività della società, non solo in termini progettuali, ma anche organizzativi. In questa prospettiva è stato delineato il possibile ruolo che “comunità contrattuali private” potrebbero avere in una città più aperta.
In conclusione - ha evidenziato il relatore – non si tratta di eliminare il diritto, ma di intenderlo come cornice di garanzia di lungo periodo entro cui gli individui, singoli o in gruppo, possano liberamente esplorare forme diverse di vita urbana.
Alla fine della relazione, si è svolto un proficuo dibattito, alimentato dagli interventi dei partecipanti al seminario, i quali hanno proposto domande e appropriate considerazioni e consentito al relatore di approfondire ulteriormente l’argomento trattato.
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