4° seminario La teoria libertaria della politica prof. Carlo Lottieri - Università deli Studi di Siena 12 febbraio 2010 - Università Magna Graecia di Catanzaro
Durante gli ultimi cinque o sei secoli, l’evoluzione della società occidentale è stata caratterizzata dall’imporsi e poi dal consolidarsi dello Stato moderno, un’istituzione che è cresciuta in maniera tutt’altro che lineare, ma è comunque riuscita a espandere sempre più i propri poteri (che hanno avuto la loro manifestazione compiuta nei totalitarismi novecenteschi). In parallelo a tutto ciò, si sono sviluppate una tradizione di pensiero e una pratica politica che hanno in vario modo limitato e contenuto questo processo. Il liberalismo, da vari punti di punti, non è altro che questo sforzo incessante di proteggere le libertà dei singoli e l’autonomia della società civile di fronte all’avanzata del Leviatano. In particolare, il costituzionalismo liberale, quale teoria giuridica volta a definire i limiti del potere e a ricercare i dispositivi più efficaci in grado di arginare la vocazione assolutista dei governi, rappresenta uno snodo fondamentale di questa storia del liberalismo, essenzialmente europeo e nordamericano.
Se proviamo però a sviluppare una riflessione più generale siamo costretti a rilevare che la filosofia liberale classica, da cui il costituzionalismo trae origine, poggia a sua volta su una teoria dei diritti individuali e della società che è assai meno vincolata agli aspetti più contingenti della storia europea e, in particolare, allo Stato. L’idea forte sottesa al liberalismo è che gli individui hanno diritti e che nessuno può lederli senza commettere ingiustizia.
Il libertarismo muove da qui: da una constatazione originaria di ordine etico (l’altro non può essere aggredito), da una relativizzazione storica delle nostre istituzioni (lo Stato moderno è solo una fase della vicenda storica, e forse una fase declinante) e da una complessa riflessione sulla capacità degli uomini di interagire, riconoscere regole, elaborare istituzioni e sistemi di coordinamento anche in assenza di un decisore autoritario. La teoria libertaria si propone insomma di pensare la libertà individuale “dopo lo Stato moderno” e quindi anche oltre il liberalismo classico, che nei secoli dominati dalla statualità ha avuto il grande merito cercato di contenere le pretese del potere e proteggere quanto più è possibile la dignità dei singoli.
Il prof. Carlo Lottieri ha studiato a Genova, Ginevra e Parigi, dove ha conseguito un dottorato di ricerca sotto la guida di Raymond Boudon. Attualmente insegna Dottrina dello Stato alla facoltà di Giurisprudenza dell’università di Siena ed è direttore del dipartimento Teoria politica dell’Istituto Bruno Leoni. Studioso del pensiero liberale classico e libertario, ha pubblicato – tra l’altro – Come il federalismo fiscale può salvare il Mezzogiorno” (scritto a quattro mani con Piercamillo Falasca, 2008), Le ragioni del diritto. Libertà individuale e ordine giuridico nel pensiero di Bruno Leoni (2006), Il pensiero libertario contemporaneo” (2001) e Denaro e comunità (2000). Il 28 agosto 2009, a Soverato, ha ricevuto il Premio Internazionale Liber@mente.