10° seminario - lectio magistralis Liberalismo e Buongoverno: i valori
Grande Società nell'Italia che cambia prof. Lorenzo Infantino - Luiss "Guido Carli" - Roma 26 marzo 2010 - Camera di Commercio di Catanzaro
L’ intervento del prof. Infantino – che chiude le lezioni della Scuola di Liberalismo 2010 – II Edizione di Catanzaro - prende avvio dalla chiarificazione del significato politico-sociologico della teoria liberale. Il liberalismo è l’idea della libertà individuale di scelta, conseguita tramite la limitazione e il controllo del potere politico. Abbiamo quindi una chiave attraverso cui leggere la dinamica sociale. Ossia: ciò che restringe l’autonomia dell’attore aumenta il potere delle pubbliche autorità. Il che non può essere considerato liberale. D’altronde, ogni provvedimento limitativo della competizione e protettivo nei confronti di iniziative inefficienti, anche se giustificato con risultati di breve periodo, costituisce una distruzione di risorse. Aumenta infatti la produzione di settori che dovrebbero essere abbandonati e perciò stesso diminuiscono le risorse disponibili e la produzione dei settori più efficienti. E ciò, nel processo di globalizzazione o di competizione internazionale, rappresenta un prezzo salatissimo, che ricade sulle spalle dei settori non protetti e di coloro che si troveranno a fronteggiare i problemi nel medio e lungo periodo. Riflettere su tali aspetti del problema politico-sociale equivale a comprendere le ragioni per le quali il meccanismo della competizione ha consentito lo spettacolare sviluppo dell’Occidente e ha conferito alla civiltà occidentale la sua potente capacità di irradiazione. Giudicato da un punto di vista liberale, il buon governo non consiste pertanto nella protezione di ceti o gruppi politici limitrofi al potere politico. Si realizza invece tramite l’individuazione delle condizioni che rendono possibile lo sviluppo economico e sociale. Il che non discende dalle buone intenzioni dei governanti, ma dal fatto che i cittadini costringono quelli a limitare il loro potere di intervento. La teoria liberale mostra che l’interventismo è la malattia professionale di burocrati, militari e politici, tutti motivati a dilatare il proprio potere. Nessuno di questi tre attori limita volontariamente la propria sfera di interferenza. La limitazione dev’essere imposta dai cittadini, che devono avere la capacità di comprendere che ogni intervento pubblico si traduce nel restringimento della loro libertà di scelta.
Il prof. Lorenzo Infantino è titolare della cattedra di Filosofia delle Scienze Sociali nella Facoltà di Economia della LUISS Guido Carli di Roma. È stato visiting Professor presso la Oxford University, la New York University, la Universidad Rey Juan Carlos di Madrid. È autore di opere tradotte in inglese, spagnolo, russo. Fra esse, si ricordano: L’ordine senza piano (Roma, 1995, 1998, 2008), Ignoranza e libertà (Soveria Mannelli, 1999), Individualismo, mercato e storia delle idee (Soveria Mannelli, 2008). È considerato, a livello internazionale, uno dei maggiori conoscitori della Scuola austriaca di economia. Presso la casa editrice Rubbettino, dirige la collana “Biblioteca Austriaca”, dove sono raccolte le maggiori opere di Carl Menger, Ludwig von Mises, Friedrich A. von Hayek.