Al 9° e penultimo seminario della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” 2014, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo Magna Graecia di Catanzaro, la prof. Giuseppina Gianfreda dell’ Università della Tuscia di Viterbo, ha trattato il tema: “Il liberalismo e l’accettabilità della moneta: il caso italiano”.
Dopo l’intervento di saluto di Damiano Carchedi, rappresentante degli studenti dell’Università catanzarese, Sandro Scoppa, presidente della fondazione organizzatrice, ha aperto i lavori del seminario.
Lo stesso ha innanzi tutto sottolineato l’importanza dell’argomento dell’incontro nell’ambito del percorso formativo della Scuola e la sua coerenza con il progetto culturale della stessa, ed evidenziato come esso è attinente a un fenomeno, quello della moneta, che da sempre ha attratto l’attenzione dei filosofi sociali e di tutti coloro che operano nella vita economica
Tale fenomeno – ha ancora evidenziato il medesimo presidente - rimanda, da un lato, alla teoria delle conseguenze inintenzionali e all’origine della maggior parte delle istituzioni sociali, come il linguaggio, le città, il diritto, che sono il prodotto non programmato dell’interazione sociale; dall’altro, appare strettamente connesso con il problema dell’enorme espansione dello Stato e della mano pubblica in generale, e la cui soluzione consente di individuare aspetti rilevanti per affrontare e risolvere il problema della limitazione del potere politico.
È poi intervenuta la prof. Giuseppina Gianfreda, la quale dopo aver introdotto il tema della moneta, in una prospettiva storica e con riguardo al caso italiano, ha illustrato le fasi principali del processo che ha condotto, a partire dall’unificazione del Regno d’Italia nel 1861, alla creazione della Banca d’Italia nel 1893.
In particolare - la medesima relatrice - ha fornito un’interpretazione diversa rispetto alle tesi prevalenti degli eventi che hanno portato alla creazione della predetta Banca, la quale, assieme ad altre due banche minori e sino al successivo monopolio del 1926, ha emesso moneta sulla base di regole diverse e alterate rispetto al regime monetario precedente.
Detto cambiamento del regime monetario, attuato con le riforme di fine secolo XIX - ha sottolineato quindi la stessa prof. Gianfreda - non fu determinato dalle preferenze dei consumatori bensì da scelte politiche estranee al mercato.
Alla fine del seminario, seguito con attenzione e interesse dai partecipanti, si è svolto un ampio e articolato dibattito, alimentato dalle riflessioni e dalle domande poste alla relatrice, la quale ha poi concluso l’incontro approfondendo ulteriormente il tema trattato.
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