Un tema davvero interessante: “Lo Stato e la legge di gravità del potere” è stato quello che il prof. Alessandro Vitale dell’Università degli Studi di Milano ha trattato al 4° seminario della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” 2014.
Il seminario, tenuto presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, è stato introdotto da Sandro Scoppa, presidente della fondazione organizzatrice. Lo stesso ha rilevato come il tema scelto - che arricchisce ulteriormente il percorso formativo della Scuola - investe uno dei fenomeni più significativi del nostro tempo, rappresentato dalla crescita accelerata e rilevante dello Stato che, come mostrato da vari elementi, è diventato “massimo”. Tale processo, che al momento appare inarrestabile - ha ancora aggiunto Sandro Scoppa - è stato favorito dall’azione di ideologie ostili al mercato e alla cooperazione sociale volontaria, a cui l’affermazione in campo economico delle teorie keynesiane ha dato un rinnovato e rilevante sostegno.
Ha poi preso la parola il prof. Alessandro Vitale, il quale ha innanzi tutto sottolineato come la tendenza del potere politico all’espansione progressiva è uno dei fenomeni più macroscopici che si presentano nello studio della politica. È fenomeno pure ricorrente, come è stato rilevato nel corso di molti secoli da numerosi studiosi, tanto da poterlo considerare alla stregua di una vera e propria “legge”, che potrebbe essere definita “di gravità del potere”, con la quale si è costretti a fare i conti soprattutto nell’epoca moderna.
Negli ultimi due secoli - ha ancora fatto notare il relatore - la concentrazione e la centralizzazione del potere politico nello Stato moderno si è ulteriormente allargata e ha invaso ambiti della cooperazione sociale che non aveva neanche una volta occupato nelle epoche precedenti, comprimendo la libertà, i diritti e la proprietà degli individui. Tutto ciò - ha quindi rilevato il prof. Vitale - rende sempre più attuale la preoccupazione liberale di limitare il potere, muovendo dalla duplice constatazione che è insita nel DNA del potere politico la tendenza a dilagare in tutti gli ambiti occupabili e che nella storia lo Stato moderno è l’eccezione e non la regola.
Al seminario ha assistito un pubblico attento e interessato, che alla fine della relazione ha alimentato un ricco e approfondito dibattito, attraverso rilievi e considerazioni e con domande al relatore, che hanno consentito allo stesso di sviluppare ulteriormente il tema trattato.
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