“Decrescita: le vecchie ragioni di una nuova sfida al libero mercato”, un tema molto interessante e attuale, è stato quello che il prof. Nicola Iannello, della Luiss Guido Carli di Roma, ha svolto presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, in occasione del 7° seminario della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” 2015.
Come in precedenza, Sandro Scoppa, presidente della Fondazione organizzatrice, ha introdotto il seminario, ponendo l’accento in primo luogo sulla valenza formativa dell’argomento dell’incontro, che da qualche tempo trova spazio nei media, persino in televisione, e in alcuni settori dell’opinione pubblica.
Esso è basato sulla credenza che la crescita economica non sia sostenibile per l’ecosistema della terra e che le risorse naturali siano in via di esaurimento, a cui è sottesa l’idea che la civiltà tenderebbe all’autodistruzione.
Da qui il modello della decrescita, attorno al quale si è pure formata una corrente di pensiero politico, economico e sociale.
In verità, ha ancora rilevato Sandro Scoppa, detto modello esprime in sostanza una teoria priva di scientificità e rappresenta un mero e pericoloso paradosso utopico, che ambisce a ridisegnare radicalmente la società.
Ha quindi svolto la sua relazione il prof. Nicola Iannello, il quale ha presentato le diverse correnti che fanno parte della galassia della decrescita come l’ennesima messa sotto accusa della società aperta basata sul mercato.
Infatti, gli autori della decrescita – che si definiscono “obiettori della crescita”o decrescenti – imputano al capitalismo la distruzione della società e della natura, e propongono come soluzione l’uscita dal sistema economico capitalistico per accedere a una società frugale, conviviale, basata sull’autolimitazione dei consumi.
In realtà, ha sottolineato il relatore, le indicazioni su come sarà concretamente la società della decrescita, una volta superato il capitalismo, non sono però chiarissime, secondo il relatore. E questo lo si vede particolarmente negli scritti dei più importanti sostenitori della decrescita, come l’economista francese Serge Latouche e il saggista italiano Maurizio Pallante.
La decrescita – ha quindi concluso il prof. Iannello – non è altro che l’ennesima incarnazione dell’anticapitalismo, rimasto orfano di punti di riferimento concreti dopo la scomparsa del socialismo reale.
La stessa si inserisce nella tradizione di rifiuto della società aperta che caratterizza parte della cultura moderna e impone di chiedersi come fanno simili proposte – prive di scientificità e di consistenza – ad avere un posto nel dibattito delle idee.
Il seminario - che è stato seguito da un pubblico attento e interessato - si è concluso con un ricco e stimolante dibattito, sviluppato con le riflessione e le domande dei partecipanti e con gli approfondimenti conclusivi del relatore.
La Scuola di Liberalismo proseguirà il suo percorso formativo il 20 marzo 2015, ore 15, con 8° seminario, sempre presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo catanzarese.
Interverrà come relatore il prof. Alessandro Vitale dell’Università degli Studi di Milano che tratterà il tema: “Il principio di nazionalità e la libertà politica”.
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