Un tema particolare e stimolante: “La moda, tra controllo del potere e libertà di espressione” è stato quello che la professoressa Angela Fidone dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, ha svolto al 5° seminario della Scuola di Liberalismo 2016 presso l’ateneo Magna Graecia della medesima città.
Il seminario è stato introdotto da Sandro Scoppa, presidente della Fondazione organizzatrice, il quale ha innanzi tutto evidenziato come la moda rappresenti un fenomeno complesso e affascinante, che attraversa la storia dell’umanità, tende a una estensione sempre più illimitata ed è stato studiato da vari punti di vista. Essa, come rilevato da Carl Menger, costituisce un’istituzione sociale nata inintenzionalmente, - ha ancora rilevato Sandro Scoppa - un’istituzione cioè che non è stata progettata da alcuna mente umana. Si tratta di una formazione comune a molte delle istituzioni sociali, come ad esempio il linguaggio, la moneta, lo Stato, le città, il diritto e via dicendo, le quali sono complessi di regole nate senza la previa programmazione di alcuno.
È quindi intervenuta la prof. Fidone, la quale ha sviluppato la sua relazione muovendo dall’assunto che molto, da sempre, è stato detto e scritto sulla moda. Ne hanno dissertato letterati, poeti, sociologi, psicologi ed economisti, e ancora oggi ne parlano, altresì, consumatori, giornalisti, negozianti, creativi, manager e imprenditori. Si tratta di un’istituzione sociale che ha implicazioni assai complesse, della quale non è semplice dare un’esatta definizione, perché essa ha assunto connotazioni differenti nel corso dei diversi periodi storici, e ha molto a che vedere con la rappresentazione sociale degli individui. La moda, in quanto specchio della società in ogni tempo - ha ancora aggiunto la relatrice - ha cercato di tradurre in determinati momenti, in forme abbigliamentarie, le proprie aspirazioni democratiche e culturali. Infatti, nel tempo storico, l’affermazione di ogni nuova concezione di vita, con conseguente rinnovamento totale del proprio assetto organizzativo e politico, ha fatto nascere, nel modo di vestire, il desiderio di liberazione da ogni costrizione. In alcuni Paesi, e in determinati periodi storici, il fenomeno modale è stato condizionato dal potere politico, il quale ha imposto l’uniformità e impedito ogni trasgressione. La moda, però, non può essere “statalizzata” né limitata - ha ancora rilevato la prof. Fidone - in quanto si nutre di innovazione, ed è espressione della libertà individuale di scelta, la quale si concretizza nella possibilità di operare secondo preferenze autonome e personali.
Alla fine della relazione, si è svolto un proficuo dibattito, alimentato dagli interventi dei partecipanti al seminario, i quali hanno proposto domande e appropriate considerazioni e consentito alla relatrice di approfondire ulteriormente l’argomento trattato.
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