4° seminario
La sovranità monetaria e la libertà
prof. Gianfranco Fabi - Radio 24 e Sole 24 Ore
20 febbraio 2015 - UMG Catanzaro, facoltà di Giurisprudenza
Mai come in questo periodo il denaro è al centro dei dibattiti e delle polemiche economiche. Sullo sfondo vi sono non solo problemi di politica e di strategia monetaria, ma anche l’assetto stesso di quel sistema economico, non a caso chiamato capitalismo, in cui la moneta continua ad essere, o ad essere considerata, l’asse portante e insieme il perno attorno a cui ruota tutto il sistema.
Il denaro è un indicatore di valore, uno strumento di scambio, un serbatoio di ricchezza. In questa fase molti hanno pubblicamente criticato le scelte operate dalle banche centrali, ma nessuno si è spinto fino a mettere in discussione l’esistenza di questi istituti che sono di fatto un monopolio, ed i monopoli, qualunque monopolio, non può che essere considerato un ostacolo alla libertà. Il monopolio delle banche centrali è tuttavia considerato come un elemento indispensabile per garantire quello che sicuramente un bene pubblico, come il denaro. Un bene che non serve solo a facilitare gli scambi, ma che è anche uno strumento per ottenere e conservare la ricchezza pubblica e soprattutto privata. Ma, come ha scritto Ludwig von Mises: «Tutti i processi della nostra vita economica appaiono sotto una veste monetaria e coloro che non guardano sotto la superficie delle cose si accorgono solo dei fenomeni monetari e non delle relazioni più profonde».
Uno dei problemi di fondo in questa prospettiva si rinviene nel fatto che gli strumenti che le banche centrali possono utilizzare, il controllo della quantità di moneta e dei tassi di interesse, appaiono limitati e insufficienti di fronte ad un mercato dei capitali che solo, in minima parte, è costituito dallo scambio fisico di banconote e monete. Come si può rilevare anche dalla personale esperienza di tutti i giorni, prendono sempre più spazio i pagamenti virtuali, quindi senza l’impiego di monete e banconote, insieme alla creazione di strumenti finanziari sempre più sofisticati che moltiplicano i capitali, con quello che viene chiamato effetto leva.
Pur senza arrivare alla definizione di Warren Buffet, che definiva i derivati come attività finanziarie di distruzione di massa, resta il fatto che il credito ombra, quello nascosto nella finanza più innovativa, sfugge in gran parte alle regole e alle verifiche. E alle banche centrali viene a mancare la possibilità di conoscere le reali necessità dei mercati. È come se si volessero controllare i movimenti delle persone senza sapere quante sono e ponendo dei limiti al traffico delle automobili mentre gli spostamenti avvengono sempre di più in aereo.
Nella tradizione liberale uno degli elementi fondamentali per il funzionamento del mercato è dato dal meccanismo di formazione dei prezzi, un meccanismo in cui una mano invisibile porta alla maggiore efficienza possibile della produzione e degli scambi. Ma le Banche centrali, fissando d’imperio i tassi di interesse, condizionano pesantemente il sistema dei prezzi. Il crescente interventismo dello Stato è una delle cause della crisi. E quindi non può essere considerato un rimedio. E se la moneta è uno strumento del mercato dovrebbe essere controllata dal mercato. E non dallo Stato, nazionale o sovranazionale.
Più mercato quindi. E meno sovranità monetaria.

Il prof. Gianfranco Fabi si è laureato in Scienze Politiche ed Economiche all'Università degli studi di Milano. Ha iniziato come giornalista nel 1972 al "Giornale del Popolo" di Lugano, nel 1979 è entrato come redattore al settore finanza del Sole 24 Ore, ove ha poi ricoperto vari incarichi tra cui la responsabilità dei settori "Commenti" ed "Economia italiana". Vicedirettore del settimanale "Mondo Economico" sino al 1990, dall’anno successivo è stato vicedirettore del Sole-24 Ore" e dal 2001 al luglio 2009 vicedirettore vicario. Da ottobre 2008 a luglio 2010 è stato direttore di Radio 24. Oggi è giornalista indipendente e insegna elementi di economia al Master di comunicazione dell’Università cattolica di Milano. Il 27 agosto 2010, a Soverato, ha ricevuto il Premio Internazionale Liber@mente.