3° seminario Il liberalismo e la politica urbanistica prof. Stefano Moroni - Politecnico di Milano 10 febbraio 2017 - UMG Catanzaro
In campo urbanistico ed edilizio si tende a pensare che, se esistono norme, queste sono state direttamente e univocamente introdotte dal soggetto pubblico. L’intervento dimostra come questo non sia stato né storicamente vero né logicamente indispensabile. Ed è opinione comune che il territorio debba essere pianificato dal potere politico secondo un disegno razionale e non lasciato alle decisioni individuali.
Si tratta, in realtà, di una falsa credenza, la quale si è fatta strada nel Novecento ed è basata sul presupposto che l'operatore pubblico sia necessario per garantire l'esistenza stessa di una civile convivenza nei borghi e nelle città. Esistono, infatti, valide alternative alla programmazione politica del territorio, sul quale per millenni, e attraverso la cooperazione sociale volontaria, l’uomo ha creato il proprio ambiente di vita e ha realizzato borghi, città e opere meravigliose. In particolare, il riferimento è verso i modelli di “città private” o anche di “città sussidiarie”, le quali sono già presenti negli Stati Uniti, e potrebbero essere sviluppati anche in Italia mediante alcune semplici riforme che consentirebbero agli individui di vivere e abitare in una realtà creata veramente da loro e a loro misura.
In particolare, un ruolo nuovo e cruciale nelle nostre realtà urbane potrebbe in effetti essere svolto da norme reciprocamente accettate da cittadini in forme contrattuali. In particolare, questo potrebbe accadere per quelle che possono essere chiamate “comunità contrattuali”, ossia aggregazioni residenziali o d’altro genere che si auto-regolano e si auto-forniscono alcuni servizi, da quelli più semplici (come spalare la neve, raccogliere la spazzatura, etc.) sino ad altri più sofisticati (produrre in loco tutta l’energia necessaria).
In questa prospettiva verranno presentate e discusse diverse forme possibili di comunità contrattuali e i rispettivi vantaggi e rischi. Si discuterà inoltre quali riforme istituzionali (in termini di codici e di tassazione) potrebbero favorire un mondo policentrico in cui l’auto-organizzazione locale (ad esempio a livello di isolato o quartiere) abbia un ruolo maggiore. L’idea non è che lo stato debba scomparire, ma che debba cambiare il suo ruolo, focalizzandosi soprattutto su quella cornice istituzionale e legislativa astratta e generale che consente non solo la pacifica convivenza, ma, anche, l’innovazione organizzativa e la creatività economica e tecnologica continue.
Il prof. Stefano Moroni è professore di Pianificazione e progettazione urbanistica e territoriale. Insegna “Land use ethics and the law” e “Planning theories” presso il Politecnico di Milano. E’ membro del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del medesimo ateneo. E’ membro del comitato editoriale di riviste italiane (Scienze Regionali e Crios) e internazionali (Planning Theory). Tra i libri recentemente pubblicati: “Contractual Communities in the Self-Organizing City: Freedom, Cooperation, Subsidiarity” (con G. Brunetta, Springer, 2012); "La città responsabile. Rinnovamento istituzionale e rinascita civica” (Carocci, 2013); “Ethics, Design and Planning of the Built Environment” (con C. Basta, Springer, 2013); “Cities and Private Planning: Property Rights, Entrepreneurship and Transaction Costs” (con D. Anderson, Edward Elgar, 2014); “Libertà e innovazione nella città sostenibile. Ridurre lo spreco di energie umane” (Carocci, 2015); “L’arbitrio del principe. Sperperi e abusi nel settore dei trasporti: che fare?” (con M. Ponti e F. Ramella, IBL, 2015); “Space and Pluralism. Can Contemporary Cities be Places of Toleration? (con D. Weberman, CEU press, in corso di pubblicazione).