6° seminario
La teoria del free banking e il liberalismo
prof. Nathalie Janson - Neoma Business School (Francia)
7 marzo 2014 - Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro
Anche se può apparire molto estrema, la teoria del free banking (free banking system = sistema monetario nel quale l'emissione di moneta è lasciata alle singole banche. In tale sistema non esistono monete a corso legale e banche centrali) è, in realtà, molto pratica e dimostra che il sistema bancario – così come ha fatto in un passato non molto lontano – può fare a meno della banca centrale. Oggi è una idea che sembra contraddire il buon senso, specialmente dopo la recente crisi bancaria e finanziaria. La maggior parte della gente, infatti, accetta la banca centrale – la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, ecc., quali gestori dello stock monetario – come un’istituzione indispensabile senza la quale gli Stati non potrebbero funzionare, e quindi non la mette in discussione. Né pon mente al fatto che la nascita della banca centrale è stata generalmente dettata da esigenze politiche e non l’espressione di un processo di mercato.
Tuttavia, quando si comprende la teoria del free banking ci si rende invece conto che il sistema bancario soffre dell’interventismo delle autorità monetarie e bancarie e guadagnerebbe liberandosi da siffatto interventismo e da quello dello Stato. È bene ricordare che l’attività bancaria, al pari della maggior parte delle istituzioni sociali, come il linguaggio, le città, la moneta, ecc., è nata in un modo spontaneo senza banca centrale ed era basata sulla libera emissione, da parte delle banche, di banconote convertibili in oro, in regime di gold standard. Del resto, è facile rilevare come quella bancaria sia un attività economica come tutte le altre e, pertanto, non è dato desumere alcuna specificità che legittimi l’intervento dello Stato, a parte il fatto che la banca facendo prestiti può anche finanzare lo Stato stesso. La teoria può pure sembrare un’utopia, ma non più di tanto, quando si riescono a decifrare e acquisire i suoi mecanismi.
È vero che non ha avuto molta diffusione l’idea di avere un sistema bancario liberato dell’intervento statale nel ventesimo secolo, e sopratutto dopo la Grande Depressione. Nonostante ciò, vi era consenso anche fra gli economisti liberali (come Ludwig von Mises, Friedrich A. von Hayek e Milton Friedman) sul fatto che la banca centrale faceva parte del sistema anche se Friedman come Hayek (quest’ultimo in particolare nella sua opera « La denazionalizzazione della moneta », pubblicata per la prima volta nel 1976 e poi una seconda versione nel 1978) hanno messo in discussione la legitimità della banca centrale nell’organizzazione del sistema monetario e bancario. Quindi l’idea di difendere un sistema bancario liberato non è pura utopia, soprattutto oggi con la proliferazione di monete private, Bitcoin incluso. Infatti, attorno all’emissione privata di moneta, a lungo messa da parte in quanto ritenuta una soluzione non percorribile per i sistemi monetari moderni, si sta assistendo ad un rinnovato interesse, anche a seguito di contributi teorici che ne hanno messo in evidenza le condizioni di stabilità.
Il prof. Nathalie Janson ha studiato a Parigi, dove ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università della Sorbona sotto la guida di Christian De Boissieu e di Pascal Salin. Durante il periodo del dottorato ha studiato la teoria del free-banking con Larry White e George Selgin, all’epoca i due maggiori studiosi di questa teoria, alla Georgia State University (USA). Attualmente insegna alla Neoma Business School e all’Università Internazionale Sciences Po di Parigi. Si è specializzata nella regolamentazione bancaria e, in particolare, sugli accordi di Basilea. Studiosa della teoria monetaria e bancaria, è autrice di saggi, analisi e studi pubblicati nelle maggiori riviste scientifiche. Collabora con diversi blog in Francia e con la rivista Liber@mente in Italia. Il 21 agosto 2012 a Pizzo (VV) ha ricevuto il Premio Internazionale Liber@mente.